Orti urbani: fenomeno in crescita in Lombardia

orti urbani

Secondo un’analisi Coldiretti gli orti urbani a Milano coprono una superficie di 52.000 mq.

 

Sfiorano i 160 mila metri quadrata di estensione gli orti urbani lombardi, una superficie pari a quella di oltre duemila appartamenti di medie dimensioni.

E’ quanto emerge da un’analisi coldiretti Lombardia si dati ISTAT diffusa oggi in occasione della presentazione della prima rete nazionale di “Tutor dell’orto” promossa dalla Fondazione Campagna amica con iniziative al Farmers’ Market di Milano, a quello del Circo Massimo a Roma e poi a Terni e a Ostuni.

Una passione per l’orto che non sembra dare segni di cedimento, infatti una rilevazione di Coldiretti Lombardia a livello regionale indica che dal 2012 ad oggi il numero degli appezzamenti è passato da duemila a 2.800 con una crescita del 40%. In Lombardia – secondo l’analisi Coldiretti – l’incidenza degli orti urbani rispetto al totale del verde cittadino è più alta a Lecco, Cremona e Pavia, mentre a livello assoluto Milano rappresenta oltre un terso di tutti gli orti urbani lombardi con più di 52 mila metri quadrati, seguita da como che pesa per il 13%, Cremona per quasi il 12% e Pavia che sfiora il 10%. A seguire gli altri capoluoghi: brescia con 12 mila metri quadrati, Lecco con 10.800, Mantova con 8.137, bergamo con 7.129, varese con 5.750, Sondrio con 5.103 e Lodi con 1.296. Ma si tratta di dati – spiega la coldiretti Lombardia – ai quali bisogna poi aggiungere tutta una serie di iniziative non ancora rilevate dall’istituto di statistica.

“Il fenomeno è in crescita – spiega Ettore Prandini, Presidente di coldiretti Lombardia – e lo dimostrano le decine di piccoli appezzamenti che nascono nelle periferie delle città o anche le mini coltivazioni di verdure o piccoli ortaggi che si possono scorgere sui terrazzi o sui balconi delle città”. Tanto che le piantine da orto – spiega la coldiretti regionale – confermano un trend positivo nonostante la crisi. “Dal 2011 ad oggi le loro vendite sono aumentate circa del 10-15% ed il successo riguarda tutte le tipologie: dal pomodoro all’insalata, dalle zucchine alle melanzane e ultimamente anche i peperoncini piccanti – spiega Marcello Doniselli, Vice Presidente di Assofloro Lombardia – c’è grande attenzione da parte dei consumatori verso l’orto fai da te e la cosa interessante è che questa passione non riguarda solo gli anziani, ma anche giovani e famiglie“.

Un altro dato evidenziato da Coldiretti è che mai così tante aree verdi sono state destinate ad orti pubblici nelle città capoluogo dove si è raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadri di terreno di proprietà comunale divisi in piccoli appezzamenti e adibiti alla coltivazione ad uso domestico, all’impianto di orti e al giardinaggio ricreativo. Le coltivazioni degli orti urbani – sottolinea la coldiretti – non hanno scopo di lucro, sono assegnati in comodato ai cittadini richiedenti e forniscono prodotti destinati al consumo familiare e, oltre a rappresentare un aiuto per le famiglie in difficoltà e ad avere anche un valore didattico, concorrono a presevare spesso aree verdi interstiziali tra le aree edificate per lo più incolte e destinate all’abbandono e al degrado.

A livello nazionale – precisa la Coldiretti – sono 57 le amministrazioni comunali capoluoghi di provincia che hanno messo a disposizione orti urbani per la cittadinanza. Si tratta in media di una percentuale che sale all’81 % nelle città del nord (oltre che a Torino, superfici consistenti sono dedicate anche a Bologna e Parma, entrambe intorno ai 155 mila metri quadrati), meno di due città capoluogo su tre al centro Italia hanno orti urbani, mentre nel Mezzogiorno sono presenti solo a Napoli, Andria, Barletta, Palermo e Nuoro, secondo l’ISTAT.

A questi spazi “legali” se ne aggiungono altri occupati forzatamente da gruppi spontanei, spesso giovanili, con le tecniche di “Guerrilla gardening” che possono essere adottate da quanti non hanno spazi disponibili per piantare ortaggi e frutta nei terreni nei centri delle città.

La tendenza delle amministrazioni pubbliche si accompagna – continua la coldiretti – anche ad un diverso uso del verde privato con i giardini e i balconi delle abitazioni che sempre più spesso lasciano spazio ad orti per la produzione alimentare “fai da te”. Gli “Hobby Farmers” – spiega la coldiretti – sono una fascia di popolazione composta da giovani e anziani, da esperti e nuovi appassionati, che coltivano piccoli appezzamenti familiari, strisce di terra lungo le ferrovie, parchi e campi di calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi di diverse dimensioni o piccole aree con acqua e sgabuzzino per gli attrezzi messe a disposizione dai comuni in cambio di affitti simbolici.

La crisi economica – rileva la Coldiretti – fa dunque ricordare i tempi di guerra quando nelle città italiane, europee e degli Atati Uniti si diffondevano gli orti per garantire approvvigionamenti alimentari. Sono famosi – conlude la coldiretti – i “Victory Gardens” degli Stati Uniti e del Regno unito dove nel 1945 venivano coltivati 1,5 milioni di allotments sopperendo al 10% della richiesta di cibo. Ma sono celebri anche gli orti di guerra italiani nati al centro delle grandi città per far sì che, nell’osservanza dell’imperativo del duce, “non (ci fosse) un lembo di terreno incolto”. Sono negli annali della storia le immagini del Foro Romano e di Piazza Venezia trasformati in campi di grano e la mietitura svolta in Piazza Castello, centro e cuore di Torino in ogni epoca.

 

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